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LO SCOUTING NEL MONDO DEL CALCIO: ASPETTI TECNICI E PRATICI

11 AGOSTO 2021

L’ESPERIENZA DI UN OSSERVATORE CALCISTICO LIGNANESE

La riunione conviviale del 27 luglio 2021, tenutasi nella sede estiva  presso il  Golf Club di Lignano,  ha visto la presenza di numerosi soci e ospiti sotto la presidenza di Ivano Movio. Relatore della serata, su un tema di particolare interesse, Claudio Sclosa, lignanese doc, che inizia il suo percorso calcistico con la Polisportiva Lignanese. Considerato il suo talento viene presto selezionato dagli osservatori del Torino e a 14 anni si trasferisce in Piemonte. Nella stagione 79/80, a soli 18 anni, esordisce in seria A con i granata. A Torino giocherà 4 stagioni. Matura poi altre esperienze a Bologna, Bari e Como. Nel 1988, dopo due bellissime stagioni al Pisa, dove vincerà la Mitropa Cup, passa alla Lazio e nella capitale giocherà per altre 6 stagioni.

Da considerare che in tutti questi anni – in un periodo in cui il meglio del calcio mondiale giocava nel nostro campionato – Sclosa ha giocato sempre nella formazione titolare. Infatti, in 17 campionati da professionista, ha giocato circa 400 partite, delle quali circa 280 in serie A. Ha vestito in più occasioni la maglia azzurra della nazionale Under 21.

Ad oggi è l’unico calciatore del nostro territorio ad aver giocato per ben 13 campionati in serie A.

Terminata la carriera entra nell’organico della Juventus dove per 2 anni diventa Responsabile degli Osservatori del Piemonte e per 4 anni Responsabile Osservatori Italia. Nel 2017 passa all’Inter dove si occupa dello scouting per il settore Giovanile in Europa.

Di seguito un estratto della sua relazione dedicata allo scouting nel mondo del calcio.

Lo scout, o osservatore calcistico, è quella figura professionale che svolge attività concernenti l’osservazione, l’analisi, la valutazione, l’archiviazione e lo scouting di calciatori e squadre.

Complici dello sviluppo dello scouting, e quindi della figura dell’osservatore calcistico in ambito europeo, sono stati sicuramente l’abolizione del vincolo sportivo (legge n 91/1981) che ha cambiato le dinamiche tra sportivi professionisti e società, ma soprattutto la sentenza Bosman del 1995 che ha rivoluzionato la regolamentazione del trasferimento dei calciatori all’interno dell’Unione Europea. I calciatori professionisti con cittadinanza europea possono in questo modo essere ingaggiati da un altro club alla scadenza del loro contratto, senza dover nulla alla vecchia società.

Anche la FIGC ha riconosciuto ufficialmente la figura dell’osservatore calcistico ed al primo corso (al quale ha partecipato anche Claudio Sclosa) sono stati abilitati i primi 42 “ Osservatori Calcistici Per Società Professionistiche” in Italia (Comunicato Ufficiale n 270/2014-2015).

Oltre a possedere competenze specifiche sul calcio, conoscerne l’evoluzione del calcio moderno, i suoi interpreti e capire in che direzione sta evolvendo, osservare partite, allenamenti, studiare e confrontarsi, l’osservatore moderno deve disporre necessariamente di:

 

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–  Memoria visiva per memorizzare gesti tecnico-tattici, atteggiamenti del calciatore, eventi significativi del match (è una risorsa importante per la stesura della relazione soprattutto quando non si ha la possibilità di rivedere la partita).

–  Elasticità mentale: consente di comprendere meglio gli eventi, le dinamiche (rapporto causa- effetto) durante la partita e capacità d’adattamento in relazione a viaggi, orari, e condizioni lavorative non sempre ottimali.

–  Capacità di sintesi: la sintesi e la chiarezza dei contenuti della relazione, agevolano il lavoro del Responsabile (Ds, Capo Scouting) che deve visionare le relazioni di tutti i collaboratori.

–  Capacità di archiviazione dati: dopo anni di attività, le relazioni aumentano e diventa impossibile ricordare tutto a memoria. Poter disporre di un archivio delle relazioni può essere di grande aiuto. Oggi esistono software dedicati che, oltre a consentire il lavoro di stesura della relazione direttamente sul campo, tramite applicazioni, permettono di archiviare, consultare ed inoltrare relazioni in modo rapido ed efficacie.

–  Capacità relazionali: instaurare, mantenere e creare rapporti con addetti al lavoro per incrementare il flusso di informazioni sui calciatori.

–  Capacità comunicative: l’abilità comunicativa dello scout è necessaria e diviene ancora più efficace se è un linguaggio comune nell’intera area scouting.

–  Capacità di ricredersi: gravissimo errore è quello di innamorarsi di un giocatore e perdere lucidità nella sua valutazione. E’ sbagliato rimanere erroneamente saldi su convinzioni che col tempo diventano errate. Se non si è supportati da umiltà e professionalità, che consentano una rivalutazione del giudizio sul giocatore, si possono commettere errori generando conseguenze qualitative ed economiche. Lo scout che lavora in staff deve essere al servizio dello stesso e mettere da parte l’ego a favore dell’obiettivo comune.

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–  Capacità decisionale: l’osservatore deve disporre di personalità e carattere sufficienti per far valere le proprie valutazioni sui calciatori. A volte con insistenza è necessario a mettere in difficoltà il proprio responsabile di riferimento, in modo da indirizzarne le scelte, pur nel rispetto dei ruoli.

–  Capacità di mantenere un livello attentivo elevato: caratteristica che diviene ancor più importante in realtà minori, dove non si dispone di strumenti operativi che riducono l’errore (video, banche dati etc.), e in situazioni dal vivo come supervisioni o provini. Oppure ancora durante la visione di provini e raduni, la concentrazione può non essere all’altezza di valutare in contemporanea più giocatori potenzialmente interessanti.

Per svolgere l’attività di Osservatore nel calcio non è strettamente necessario essere stati ex calciatori, ma sicuramente aver giocato, a prescindere dalla categoria, agevola parecchio, in

particolare, nell’osservazione del portiere. Se lo sei stato, ti consente di comprendere meglio le caratteristiche del ruolo. E’ corretto sottolineare che lo scout professionista di alto livello, che ha militato per esempio in serie A, può immedesimarsi meglio nei calciatori rispetto ad uno che ha giocato nei dilettanti. Allo stesso tempo però, essere scout oggi significa lavorare per vere e proprie aziende e poter disporre di un vissuto aziendale che ,si può rivelare una risorsa importante. Iniziare dal Settore Giovanile, magari dai più piccoli, osservando bambini che ricercano sempre la palla, che quando sono in possesso la controllano con naturalezza e soprattutto hanno desiderio di dribblare l’avversario.

E’ importante vedere tante partite, allenamenti, perché questo aiuta a creare parametri per la  crescita e conoscenza. Tutti possono vedere il calcio, ma osservare il calcio è differente. Per osservare servono passione, metodo operativo, fame di conoscenza, professionalità e competenza. Osservare è un’azione attiva, fondata su un obiettivo ben preciso, legata ad un processo cognitivo, non è cosa semplice e banale. Partire dal basso consente di costruire le basi necessarie per le categorie superiori ed imparare ad individuare la prospettiva dei calciatori, oltre ad identificare anzitempo potenziali campioni. Saper capire la prospettiva significa proiettare la realtà osservata nel breve, medio o lungo periodo, riuscendo a definire, nel limite del possibile, il reale valore del calciatore. 

Per fare questo, in particolare con i ragazzi, è importante conoscere il significato di età biologica ed età cronologica (un gruppo di ragazzi di 14 anni, può presentare differenze di altezza pari a 23 cm. e differenze di peso fino a 18 Kg.). Questi concetti agevolano la comprensione, non solo del potenziale fisico ma anche ragionamenti e proiezioni, seppur indiretti, per esempio in merito a capacità condizionali.

Ogni scout è tenuto, ogni qualvolta vede una partita, sia dal vivo o in video, a redigere una relazione. Non ci sono relazioni standard, ma  i punti fondamentali sono:

– caratteristiche e struttura fisica, il somatotipo, le capacità condizionali (resistenza, forza, velocità/rapidità, flessibilità, mobilità articolare, elasticità muscolare, le capacità coordinative, le – caratteristiche tecniche e quelle tattiche (1 contro 1, smarcamento, protezione palla, fraseggio, marcamento, inserimento, difesa della porta), carattere e temperamento.

Solo alla fine di questo processo  lo Scouting esprimerà  la propria valutazione:  Giudizio Negativo, da Rivedere, in Prospettiva, da Prendere.

La relazione di Sclosa è stata accolta da un lungo applauso, cui sono seguite numerose domande da parte dei presenti alle quali il relatore ha fornito ampie ed esaurienti risposte.

Alla serata ha partecipato il Vice Sindaco e Assessore allo Sport del Comune di Lignano, Alessandro Marosa, oltre ad alcuni rappresentanti della gloriosa Polisportiva Lignanese: l’allenatore Gigi Vit, il dirigente Cesare Fanotto, l’ex calciatore Giorgio Martinis. 

Concludendo la serata il presidente Movio ha sottolineato come la Polisportiva Lignanese, alla fine degli anni ’70 si distinse, caso unico e mai eguagliato a livello nazionale per un Comune di 5.000 abitanti, per aver portato in un decennio sei giovani calciatori del vivaio tra i professionisti.