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PRIMA GUERRA MONDIALE. ANALISI STORICA DELLA DISFATTA DI CAPORETTO

CAMINETTO DEL 26 LUGLIO 2022 – RELAZIONE DEL PAST PRESIDENT LUIGI TOMAT

“Perché Caporetto?” Questo il titolo della relazione storica di martedì 26 luglio presso l’Hotel Golf Inn di Lignano Sabbiadoro. Tale battaglia è stata a lungo dibattuta da storici nazionali ed esteri nell’ambito della Grande Guerra. Relatore il past president Luigi Tomat, cultore di storia del Friuli e primo capitano alpino; perciò atto a trattare tale evento bellico. Presente alla serata il past president del RC Trieste Giorgio Cossutti, già ufficiale alpino, referente della “Fellowship Rotariani Alpini” e coordinatore di tutte le fellowship distrettuali. AI tavolo presidenziale, assieme all’oratore, il Presidente Stefano Montrone, il Segretario Maurizio Sinigaglia (già ufficiale alpino) ed il past president di San Vito al Tagliamento Fabrizio Blaseotto, coautore di tabelle inerenti al caso. Il presidente, dopo brevi interventi di Cossutti e Blaseotto, cedeva la parola al relatore, che, dopo aver ringraziato gli organizzatori e la numerosa platea per l’adesione (28 presenti e 5 collegati in streaming) passava ad illustrare quattro tavole schematiche, utili per comprendere il quadro di riferimento bellico. 

Successivamente analizzava gli schieramenti militari opposti, le strategie di attacco nemiche, gli errori clamorosi della difesa italiana, evidenziatisi già nel primo giorno degli scontri (24 ottobre 1917). AI termine della giornata la sconfitta italiana appariva già evidente. \I fronte risultava irrimediabilmente sfondato a Tolmino e a Plezzo, direttrici di attacco nemiche. Oltre a ciò si apriva un’altra pericolosissima falla alla stretta di Saga, con il ritiro delle truppe italiane poste a sua difesa, che lasciava via libera al passaggio degli austro-tedeschi. 

Nelle retrovie del fronte era schierato un Corpo d’Armata con funzioni di riserva, troppo debole negli organici per contenere e contrastare efficacemente le rapidissime infiltrazioni dell’attacco nemico. Si rendeva quindi necessario far retrocedere tutto lo schieramento italiano dal fronte di Caporetto fino al Tagliamento prima e al Piave poi, con una ritirata precipitosa, simile ad una rotta, durata quindici giorni. 

Di chi la colpa di questa sconfitta, difficile a capire e a giustificare? 

In un primo tempo le cause vennero attribuite alla scarsa combattività delle truppe, soprattutto per false indicazioni degli alti comandi militari, tendenti a coprire i loro errori. Ora però, dopo l’inchiesta su Caporetto e ricerche approfondite degli storici, la verità è emersa. Il comandante in capo generale Cadorna non credeva assolutamente ad un forte attacco nemico all’inizio dell’inverno, nonostante le molteplici e reali informazioni in suo possesso, perciò non aveva predisposto un adeguato piano difensivo. Inoltre altri generali non rispettarono gli ordini ricevuti, o caddero in imperdonabili errori strategici e tattici, tali da consentire in un solo giorno lo sfondamento del fronte in tre posizioni chiave. 

In conclusione la relazione di Tomat, resa più semplice possibile anche per i non addetti ai lavori, è la sintesi di quanto appreso dalla lettura di storici specialisti e di personali ricognizioni sui luoghi della battaglia di Caporetto. 

Numerose le richieste di ulteriori precisazioni avanzate dai soci presenti e puntuali le risposte fornite dal relatore al quale alla fine dell’incontro è stato tributato un caloroso applauso.