Vai al contenuto

ATTIVITA’ DI MONITORAGGIO IN MARE E LAGUNA DELL’ARPA FVG

23 MARZO 2022

VIVIAMO E OPERIAMO IN UN AMBIENTE INTEGRO? UNA RISPOSTA QUALIFICATA

Il 1° febbraio 2022 è stato organizzato dal Rotary  Club Lignano Sabbiadoro- Tagliamento un incontro con la dott.ssa Antonella Zanello, Responsabile del  settore Stato dell’Ambiente dell’ARPA FVG,  per trattare alcuni argomenti riguardanti la qualità ambientale del Golfo di Trieste e della Laguna di Grado e Marano e della qualità dell’aria della regione.

La dott.ssa Zanello ha fatto una sintesi delle attività di monitoraggio in mare e laguna che quotidianamente vedono impegnata l’Agenzia sul territorio dal 1999, anno in cui è stata istituita l’ARPA nella nostra Regione, e dei relativi risultati ottenuti al fine di dare una risposta al quesito “Viviamo in un ambiente integro? Una risposta qualificata” oggetto dell’evento.

E’ importante ricordare in premessa che i monitoraggi di cui è titolare ARPA fanno sempre riferimento a normative nazionali   figlie della normativa europea di cui gli Stati Membri ne recepiscono i principi cardine per adeguarli ai diversi contesti  territoriali.

Il Decreto legislativo n.116/2008 di attuazione della Direttiva 2006/7/CE norma la gestione delle acque di balneazione. In Friuli Venezia Giulia sono presenti  57 stazioni di campionamento di cui 55 in mare e 2 in laguna (Grado). Le acque di queste stazioni vengono monitorate ogni anno con cadenza mensile  da aprile a settembre. I parametri microbiologici ricercati sono Escherichia coli e streptococchi fecali indicatori di contaminazione fecale. I risultati ottenuti annualmente assieme a quelli dell’ultimo triennio di monitoraggio vengono utilizzati per la classificazione finale delle aree marine e lagunari la cui “certificazione” viene rilasciata annualmente dalla Giunta Regionale (ultima Delibera n.1931 del 17.12.21). Le acque di balneazione della nostra Regione, tranne alcuni sporadici casi, sono tutte “eccellenti” comprese quelle prospicienti i comuni di Lignano Sabbiadoro e Marano Lagunare.

Il Decreto legislativo n.152/2006 di attuazione della Direttiva 2000/60/CE, regolamenta la classificazione di tutte le tipologie di acque comprese quelle a specifica destinazione d’uso. Nel caso specifico del Golfo di Trieste e della Laguna di Grado e Marano un lavoro importante di controllo viene continuamente fatto sulle acque destinate alla vita dei molluschi ove hanno sede sia i banchi naturali che gli allevamenti. Attualmente tutte le aree oggetto di monitoraggio sono considerate idonee alla vita dei molluschi. Le aree di raccolta antistanti l’arenile di Lignano Sabbiadoro e l’Isola di Sant’ Andrea sono classificate, seguendo i regolamenti europei relativi alla salubrità alimentare, in categoria “A”; questo significa che gli esemplari di molluschi raccolti possono essere direttamente immessi nel mercato per la vendita senza che vi sia la necessità di depurazione.

Il Decreto legislativo n.152/2006 regolamenta la classificazione non solo delle acque ma anche degli ecosistemi acquatici. Lo studio delle comunità animali e vegetali che vivono nel mare e in laguna   è senza dubbio un approccio innovativo che permette una maggior comprensione del reale stato “dell’ambiente” integrando le informazioni della qualità chimica delle acque. Se le comunità animali e vegetali sono ben rappresentate qualitativamente e quantitativamente, un ecosistema viene definito in “equilibrio” ed è in grado di assolvere al ruolo di depuratore naturale garantendo così il mantenimento di una condizione ottimale della qualità ambientale. ARPA monitora 19 corpi idrici marini e 17 corpi idrici lagunari.  L’obiettivo del monitoraggio è quello di ottenere una classificazione finale dei corpi idrici il cui giudizio deve essere almeno “buono”. Tutti i corpi idrici del Golfo in base all’ultima classificazione (2020) sono risultate in stato ecologico “buono”. La laguna presenta maggiori criticità e solo 3 sono le stazioni classificate in stato ecologico “buono”. Questo è dovuto soprattutto al fatto che l’ambiente lagunare è soggetto a continui stress dovuti da un lato all’apporto di acque dolci dai fiumi del bacino scolante e dall’ingressione di acqua salata dal mare con i cicli di alta marea da cui la difficoltà di alcune  specie animali e vegetali di insediarsi in modo stabile.

Lo stato chimico delle acque costiere e lagunari per buona parte dei corpi idrici non ha raggiunto lo stato chimico “buono” per la presenza di alcune sostanze quali: tributilstagno (antivegetativo), difenileterebromato (ritardante di fiamma) , mercurio e piombo. Va specificato che i limiti normativi sono particolarmente restrittivi e la quantità riscontrata è di qualche cifra decimale espressa in microgrammi. La presenza, se pur molto contenuta,  di queste sostanze sta comunque a testimoniare che l’ambiente marino ha perso la sua integrità chimica  iniziale.

Dal 2015 l’Agenzia ha dato avvio anche alle attività che hanno per riferimento il Decreto legislativo n.190/2010 di recepimento della Direttiva europea 2008/56/CE comunemente nota come “Direttiva quadro sulla strategia Marina”. La direttiva delinea le strategie di azione comunitaria orientate alla tutela dei mari i cui ecosistemi devono essere mantenuti integri attraverso un utilizzo sostenibile delle risorse così da consegnare alle generazioni future un ambiente integro. I monitoraggi interessano le aree marine antistanti Lignano Sabbiadoro e Trieste e vengono eseguiti su diverse matrici: acque, sedimento e biota, sui rifiuti spiaggiati  e sulle microplastiche presenti nelle acque. Allo stato attuale dei lavori, i risultati del monitoraggio, attraverso ISPRA (istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), vengono trasferiti all’Agenzia europea dell’Ambiente per le elaborazioni.

ARPA ha un ruolo attivo nella partecipazione ai progetti Europei che permettono grazie a finanziamenti mirati di  approfondire tematiche ambientali emergenti, degne di attenzione. Tra i diversi progetti si ricorda Sound scape che studia il problema dell’inquinamento acustico dei mari dovuto essenzialmente alle attività antropiche (navigazione commerciale,  pesca, navigazione da diporto, sfruttamento delle fonti energetiche non rinnovabili…). E’ stato osservato che il disturbo acustico può provocare anche la morte della fauna ittica e dei cetacei esposta oltreché disorientamento e difficoltà riproduttiva.  Un altro importante progetto è Fire spill attraverso il quale si sta sperimentando l’applicazione dei modelli numerici previsionali sulle masse d’acqua del golfo con lo scopo di “prevedere” in caso di sversamento accidentale di idrocarburi in mare verso quale direzione l’inquinante si sposta in base alla direzione dei venti e delle correnti in modo tale da attuare, nell’immediatezza dell’evento, azioni di contenimento per scongiurare danni all’ambiente marino difficilmente rimediabili  nel breve periodo.

Durante l’incontro si è parlato anche  della qualità dell’Aria in Regione, argomento incardinato presso la struttura Operativa complessa OSMER coordinata dal dott. Fulvio Stel. Il documento che regolamenta l’argomento è il Decreto legislativo 155/2010 di recepimento della Direttiva europea 2008/50/CE.

Per qualità dell’aria si intende le condizioni nelle quali si trova l’atmosfera che respiriamo. La normativa fissa le soglie di alcuni inquinanti come SO2, NO2, O3. PM10…e regolamenta in modo puntuale le modalità di monitoraggio: quali e quanti punti di controllo, ubicazione delle stazioni di campionamento, frequenza dei rilevamenti. La valutazione deve essere fatta in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale. La norma individua anche le competenze e le responsabilità che stanno in capo allo Stato, alle Regioni e ai Comuni e attraverso i Piani di qualità dell’Aria, periodicamente aggiornati, vengono date chiare indicazioni di come agire sul territorio regionale per il conseguimento e mantenimento di caratteristiche qualitativamente buone dell’ “aria ambiente”.  

Nel territorio regionale, suddiviso in aree omogenee di montagna, pianura e zona triestina, sono presenti n.19 stazioni fisse di rilevamento delle sostanze chimiche normate. Le stazioni sono attrezzate con strumenti idonei a rilevare in continuo le condizioni dell’aria, grande parte dei dati rilevati dai sensori, vengono gestiti da remoto. Una parte più contenuta necessitano del supporto del laboratorio di ARPA. Negli ultimi anni è stato riscontrato, nel nostro territorio, un miglioramento delle concentrazioni di CO (monossido di carbonio), SO2 (biossido di zolfo) e di NO2 (biossido di azoto) in aria. Mentre i PM10 e il PM 2,5 ( particolato sottile) rimane ancora a livelli significativi. L’origine del miglioramento per alcune sostanze è ascrivibile al fatto che queste  originano da sorgenti puntuali facilmente individuabili per le quali sono state individuate soluzioni tecnologiche efficaci (es. ammodernamento parco autoveicoli), mentre per il particolato la situazione è più complessa sia perché prodotto da più sorgenti sia perché legato al comportamento del singolo individuo sul quale è più difficile intervenire. Focalizzando l’attenzione sul comune di Lignano Sabbiadoro i dati della qualità dell’aria sono confortanti  non solo per le sostanze chimiche in decremento a livello regionale ma anche per quanto riguarda la presenza di particolato sottile. Solo durante il periodo estivo, nelle ore di maggior radiazione solare, si verificano talvolta superamenti del limite per l’O3 (ozono). 

Ritornando quindi al quesito posto:  Viviamo in un ambiente integro? Si può concludere che, in base ai dati e alla conoscenza di cui si dispone,  la situazione delle acque di mare a specifica destinazione d’uso (balneazione e molluschicoltura) antistanti  Lignano Sabbiadoro non presentano criticità. L’ecosistema acquatico “sta bene” quindi in grado di assorbire eventuali criticità puntuali poiché ha mantenuto la capacità di auto depurazione   grazie alla presenza consistente di comunità animali e vegetali  ben diversificate. Sono state evidenziate alcune criticità chimiche nell’acqua dovute a sostanze comunque presenti in traccia. L’aria è di buona qualità e non desta preoccupazioni, eccetto per gli sporadici superamenti di O3 durante l’estate ma che comunque tendono ad esaurirsi nel breve tempo.

Però non bisogna abbassare la guardia. Gli ecosistemi sono per loro natura fragili e anche modeste perturbazioni possono alterare gli equilibri tra le diverse forme animali e vegetali che vi albergano con conseguenze a volte pesanti e non sempre reversibili. Ognuno di noi  deve impegnarsi quotidianamente, anche con piccole azioni, a migliorare  la qualità di questo pianeta per lasciare alle generazioni future un ambiente almeno  in “buono stato” e, perché no, anche a noi la possibilità di vivere in un mondo dove si possa fruire delle risorse ambientali in modo sicuro.