30 MARZO 2022
RICETTE, ANEDDOTI E STILE DI VITA FRA OTTOCENTO E NOVECENTO
Interessante l’incontro in videoconferenza organizzato dal Rotary Club Lignano Sabbiadoro-Tagliamento che ha visto come protagonista la contessa Cicinella Kechler per la presentazione del suo libro “C’era una volta in Friuli”, una carrellata ricca di notizie sulle vicende della Bassa e del Medio Friuli a cavallo fra l’Ottocento e il secolo scorso. Un mondo ormai perduto, fatto di buone maniere, di ricette, di galateo, di personaggi importanti ospiti nella villa settecentesca di Fraforeano. Un racconto aneddotico di un secolo, popolato di personaggi illustri, da Pasteur a Hemingway, da altezze reali (il principe Umberto di Savoia), esploratori, psichiatri e campioni di equitazione. L’autrice del libro, laureata in filosofia e imprenditrice agricola, prende spunto dalla sua passione culinaria e dalla sua esperienza nella gestione del ristorante “Sot la Nape” di Latisana, del ristorante “Vittoria” a Milano e dell’agriturismo “Vita Verde” di Fraforeano, per raccontare la storia delle famiglie del padre Alberto Kechler, fra i fondatori di Lignano Pineta, e della madre Costanza de Asarta, entrambe pionieristiche nell’industria, nell’agricoltura e nel turismo.
Dopo il saluto del presidente Ivano Movio è toccato al socio Enrico Cottignoli, responsabile nel lontano 1972-73 dell’azienda agricola di Fraforeano, dove conobbe la contessa Cicinella, ricordare le importanti innovazioni introdotte nelle colture nei secoli precedenti. A partire dalla coltivazione del riso in Friuli e a Fraforeano, prima nel sodo e poi nella farcita, per finire con l’ennesima innovazione della soia, i cui semi nel 1972 furono consegnati proprio alla azienda Kechler-de Asarta a dimostrazione della profonda conoscenza del mondo dell’agricoltura dimostrata nei secoli da questa famiglia.
L’intenzione dell’autrice è stata quella di riunire in un libro le ricette di sua nonna e di sua madre, ma anche delle cognate e delle zie e di amici collaboratori, contenute nel famoso “Quaderno nero”, legando il tutto a degli episodi vissuti dalla due famiglie de Asarta di Fraforeano e Kechler di Udine-San Martino.
La villa di Fraforeano, contornata da 3 ettari di bosco con piante secolari monumentali di origine americana e orientale, è stata, fino a pochi anni fa, oggetto di visite anche da parte di turisti provenienti dalle vicine spiagge. Insieme con il parco poteva essere visitata a Fraforeano anche la cappella del cimitero, costruita ai primi del ‘900, che custodisce una statua del “Cristo DepostoD, opera dello scultore siciliano Domenico Trentacoste. Degne di nota anche le vetrate della cappella, comperate all’Esposizione Universale di Parigi del 1899, raffiguranti scene del Vangelo. Del “Cristo deposto” si trova traccia anche in una descrizione fatta da Gabriele D’Annunzio in occasione di un incontro a Firenze con lo scultore Trentacoste.
Anni importanti quelli alla fine dell’800 se si pensa che a Udine Arturo Malignani inventò la lampadina a incandescenza cedendo poi il brevetto alla Edison. Ma non solo. A Scodovacca, vicino a Cervignano del Friuli, operava all’epoca Luigi Chiozza, chimico di fama internazionale, amico e collaboratore del grande Louis Pasteur, con importanti laboratori di ricerca contro le malattie del baco da seta. Fu proprio qui che Pasteur, mandato da Napoleone III° che aveva una sorella da queste parti, scoprì la formula per debellare la malattia del baco da seta. A Villa Chiozza il bisnonno Vittorio conosce gli Antivari, proprietari della filanda di Venzone di cui diventa nel tempo anche socio e, con altri pionieri, fonda la Banca del Friuli e il Cotonificio di Martignacco che, già all’epoca, aveva una mensa per i figli delle operaie e da ultimo fondano anche lo Zuccherificio di San Giorgio di Nogaro.
Molte delle notizie contenute nel libro, afferma la relatrice, sono state desunte dai libri dello storico di Ronchi, Benvenuto Castellarin, dove si racconta che il bisnonno di Cicinella, Vittorio, alla fine dell’800 applicò l’elettricità all’agricoltura utilizzando un vecchio mulino, di cui si parla nel 1450, per arare i campi e far funzionare una latteria. Tanto era conosciuto Fraforeano per le sue innovazioni che il Ministero dell’Agricoltura francese mandò un giornalista per verificarne l’importanza.
Il racconto di questo gustoso reportage familiare è stato seguito con interesse dai numerosi soci presenti in videoconferenza che alla fine hanno tributato all’autrice un caloroso applauso.
(cav)