04 AGOSTO 2020
IL FUTURO DEL NOSTRO PAESE DOPO LA CRISI COVID-19 VISTO DAL PRESIDENTE DI ANSALDO ENERGIA E CONFINDUSTRIA LIGURIA E VICEPRESIDENTE ENTE OSPEDALIERO OSPEDALI GALLIERA E SOCIO DEL ROTARY CLUB PORTOFINO
La struttura geopolitica mondiale non sarà più quella di prima, così come cambierà il modo di – produrre. L’impatto economico per il superamento della attuale crisi cambierà significativamente il peso relativo di alcuni Stati.
La disunione Europea dovrà costringere altri Stati membri a rivedere l’egemonia non giustificata di Germania e Francia e l’atteggiamento ostile dei Paesi del Nord Europa verso una politica economica di sostegno di altri Paesi considerati meno virtuosi.
La sottostima degli impatti della pandemia sull’economia americana porterà a un probabile indebolimento del Paese e della sua leadership. In Cina, a inizio aprile 2020, la produzione industriale era ormai stata riattivata per più del 95% e i voli nazionali ripresi quasi al 40%.
Le stime di alcuni analisti (Jp Morgan, ad es.) danno una previsione di un forte recupero produttivo della Cina, che potrebbe chiudere il 2020 con un PIL > 1.0%, nonostante il drastico blocco attuato di tutte le attività nei mesi passati. Sarebbe l’unico Paese con un PIL non negativo nell’anno in corso. La Cina avrà quindi un ruolo maggiore nel commercio mondiale, invertendo di fatto e superando le barriere dei dazi alzate dagli USA nel recente passato.
Anche la Russia potrebbe uscire con un rafforzamento internazionale. Inoltre, la loro struttura di “democrazia centralizzata” fa ritenere che in caso di un ritorno di focolai epidemici anche significativi nel 2021 (alcune curve epidemiologiche oggi lo prevedono, ancorché decisamente mitigati dall’esistenza dei vaccini), possa comunque reagire nuovamente con una capacità di gestione della situazione a loro vantaggio decisamente superiore agli altri Paesi occidentali.
L’internazionalizzazione delle imprese, in particolare le medio-piccole, sta subendo alcuni contraccolpi: nel breve periodo, per una più difficile logistica di movimentazione merci/prodotti; nel medio/lungo, a causa di azioni di riposizionamento commerciale dei Paesi che meno hanno sentito (o pare abbiano sentito) gli effetti del Covid-19 e a causa di una prevedibile persistenza della guerra dei dazi, in cui, per i motivi sopra detti, presumibilmente la Cina giocherà un ruolo da posizione di maggiore forza.
La limitazione alla mobilità in alcune aree in cui le nostre PMI stanno operando, in particolare nel continente africano, perdurerà più a lungo o comunque diventeranno aree a maggiore rischio per le attività. Angoscia e incertezza derivano da un’eccessiva comunicazione e dalla forte preoccupazione dalla tenuta del sistema sanitario e del sistema industriale del Paese. Ripartiamo quindi da un serio, convinto reale esame di coscienza.
È necessario: superare il populismo spinto di cui il paese è oggi ammantato; impostare rapporti sociali nuovi, con la riscoperta di un’educazione civile e con la percezione che il bene comune dovrà ritornare elemento di centralità; ridisegnare la struttura economica, industriale e del terziario; revisionare profondamente l’insieme di leggi e norme esistenti (circa 150.000 in Italia, contro le 15.000- 20.000 di altri Paesi, come Germania e Francia) e privilegiare il contenuto, che deve essere chiaro e leggibile; rivedere il ruolo di alcune istituzioni e organi di controllo della Pubblica Amministrazione che, esercitando in un contesto confuso di norme il loro ruolo di controllore, talvolta inducono conseguenze economiche o ritardi alla comunità molto superiori ai supposti vantaggi che ne dovrebbero derivare dal loro intervento; riposizionare il valore della competenza e della professionalità rispetto all’ignoranza.
Mi viene facile qui citare il “modello Genova”, reso possibile sia dalle competenze manageriali del rotariano sindaco Marco Bucci, sia dalle prerogative che gli sono state date proprio per superare il pantano burocratico tipico delle piccole e grandi opere del Paese.
Un’azione combinata di riduzione del cuneo fiscale, incremento del netto in busta paga o delle premialità già oggi possibili, semplificazione fiscale e legislativa, consentirebbe quindi non solo una ripresa più rapida dell’economia, ma costituirebbe anche elemento attrattivo per investimenti internazionali nel medio termine. Saremo un po’ meno globali e dovremo pensare che alcune attività e settori nel nostro Paese dovranno essere profondamente rivisti.
Si faccia una politica di valorizzazione delle peculiarità ingegneristiche, sistemistiche e tecnologiche italiane. Si dia spazio all’imprenditorialità giovanile e si agevoli un ritorno all’agricoltura supportata dall’alta tecnologia.
La Guardia di Finanza si concentri sui grandi evasori. Si dia nuovo impulso alle residuali banche del territorio, coordinate/controllate o riassicurate dai più grandi gruppi bancari, con una indicazione di prestiti immediati alle imprese, artigiani e attività del terziario fortemente colpiti, sulla base di semplici autocertificazioni con personale responsabilità o comunque con semplificazioni procedurali di accesso al credito, restituibili in 10 anni a zero tasso di interesse. Le banche diventino di fatto rapidi gestori per la distribuzione di credito e liquidità, garantite dallo Stato. Intervenire sulle imprese del terziario è necessario, ma ora pare altrettanto rilevante intervenire a sostegno di lavoratori e famiglie, con un grande investimento sociale, gestito dagli istituti previdenziali e canalizzato tramite banche e Poste.
Senza interventi combinati di questo tipo, si rischia lo scontro sociale. Si parta con un grande piano di opere pubbliche relative alla mobilità di persone e merci, alla trasmissione dei dati in 5G in tutto il Paese, e si dia possibilità ai sindaci di decidere sulla gestione del territorio e di nuove opere strutturali in modo semplice, con pochi controlli e chiari.
La battaglia contro la burocrazia ha visto Governi di diverso colore perdere. A questo punto, per non attendere i tempi biblici delle modifiche legislative che ci dovranno essere, si propone di stabilire per legge una sola regola: ogni ente che deve rilasciare autorizzazioni, certificazioni, analisi e pareri nel campo delle opere pubbliche e di progetti industriali deve rispondere entro 60 giorni, dopodiché vale il silenzio/assenso, con la specifica responsabilità di chi non ha risposto o di chi eventualmente abbia dichiarato il falso.
In prospettiva, si scelgano i settori industriali strategici per rafforzare l’Italia sui mercati internazionali e per sostenere una robusta ripresa dei consumi interni; si potenzi la scuola e la formazione dei giovani, fondamentale per affrontare i problemi di cui sopra; si finanzi la formazione permanente dei lavoratori nell’ambito degli attuali orari di lavoro per un massimo di una giornata alla settimana; si rafforzino ulteriormente le forze armate, soprattutto nei campi della difesa batteriologica e cyber; si accorcino i tempi della giustizia.
L’individuazione di un modello di sviluppo di riferimento richiede conoscenze orizzontali, di geopolitica e di posizionamento strategico del Paese, ha coinvolgimenti sociali ed etici: si propone un “piano Marshall” che venga costruito da un’Assemblea costituente, formata da un numero limitato di personalità di riferimento della società civile che deve essere individuata nell’arco di 2 mesi e concludere il suo lavoro strategico e di visione entro 6 mesi. Per tutti gli altri temi si individuino piccoli gruppi, rappresentativi delle istituzioni governative, dei sindacati e delle associazioni imprenditoriali ma, soprattutto, con le competenze necessarie. Si eliminino da questi gruppi di competenza coloro che, pur essendolo, sono solo portatori di interesse di parte. In questo schema anche il Rotary può offrire le sue competenze professionali e la sua grande conoscenza dei territori.
La Presidenza del Consiglio deve essere il referente di questo sottoinsieme di gruppi. Infine, per i punti prioritari, che richiedono una attuazione rapida e immediata, definito il piano e l’attribuzione delle risorse economiche, si individui una struttura composta da persone ad alta capacità gestionale e operativa, guidate da persona di seria competenza manageriale (un Cincinnato dei tempi di oggi), che procedano senza esitazione alla loro realizzazione, indipendenti dalla politica.
E tutti, finalmente, ci si ricordi, che una decisione presa supera tutte le precedenti discussioni.
Fonte: ROTARY ITALIA | GIUGNO 2020 FOCUS ROTARY ITALIA | XXX 23