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IL GIORNO DEL RICORDO

16 FEBBRAIO 2022

 SERATA INTERCLUB CON FAUSTO BILOSLAVO

Martedì 8 febbraio – in occasione del Giorno del Ricordo, solennità civile nazionale celebrata il 10 febbraio – il Rotary Club Lignano Tagliamento ha organizzato una serata Interclub, ospiti i RC di Codroipo Villa Manin e di San Vito al Tagliamento, dedicata ad una riflessione d’impronta storica su questa dolorosa ricorrenza.  Approfondimento che fosse per quanto possibile anche testimonianza diretta e vissuta di ciò che fu l’esodo giuliano-dalmata ed il dramma delle foibe all’interno della più complessa vicenda del confine orientale.

Ospite d’eccezione per la serata il giornalista ed inviato di guerra di fama internazionale Fausto Biloslavo.

L’interesse per l’argomento e la curiosità di ascoltare un giornalista che gode di stima ben oltre i confini nazionali ha fatto sì che – nonostante la modalità dell’incontro tramite piattaforma telematica – vi fossero ben cinquanta persone collegate.

Ivano Movio, Presidente del RC Lignano-Tagliamento – dopo i rituali saluti portati dai Presidenti Alberto Bernava per il RC Codroipo Villa Manin e Ivano Chivelli per il RC San Vito al Tagliamento – ha ricordato come la ricorrenza del 10 febbraio (data in cui fu stipulato nel 1947 il Trattato di Pace di Parigi, con il quale l’Istria, il Quarnaro, Zara e parte del territorio della Venezia Giulia furono assegnati alla Jugoslavia) rappresenti per la nostra memoria collettiva un periodo storico ricco di emozioni e ricordi. 

Tra questi prima l’abbandono di città e splendidi borghi che per otto secoli si erano sviluppati ed avevano prosperato con la Repubblica di Venezia e poi – in un fiume carsico di eventi che hanno contraddistinto l’ultimo secolo – la tragedia della prima guerra mondiale (ed a seguire il controverso Trattato di Versailles e la cd “pace mutilata”), l’impresa di Fiume, la dura occupazione italiana ed infine la seconda guerra mondiale con la spartizione della Jugoslavia da parte delle forze dell’Asse.

L’armistizio dell’8 settembre 1943 lasciò completamente abbandonate a se stesse le popolazioni dell’Istria e della Dalmazia. Ne approfittarono subito i partigiani di Tito che diedero l’avvio a oltre 2 anni di pulizia etnica pianificata e caratterizzata dal ricorso alle foibe. Infine – prima ma anche dopo il ritorno definitivo di Trieste all’Italia del 1954 – il non meno doloroso esilio di decine di migliaia di profughi che avevano perso ogni loro avere (i propri beni, spesso i propri affetti, per sempre la loro memoria storica) ma, ciò nonostante, invisi e spesso sgraditi agli altri italiani che dovevano accoglierli.

Per raccontare questi eventi il RC Lignano Tagliamento ha invitato non solo un giornalista prestigioso di fama internazionale – il giornalista Fausto Biloslavo – ma soprattutto un profondo conoscitore di queste dinamiche, segnato anche nella sua storia familiare dal dramma dell’esilio e delle foibe.

Fausto Biloslavo – che ha trattato ampiamente il tema della serata nel suo recente libro “Verità infoibate” – ha quindi illustrato il contesto in cui avvennero la resa dei conti tra il 1943 ed il 1945 da parte dei partigiani di Tito nei confronti 

degli italiani (ma anche degli ustascia croati, degli sloveni sostentitori dell’Asse e dei cetnici serbi filomonarchici) e l’utilizzo sistematico delle foibe.

Le difficoltà di scavare il terreno carsico rendevano l’infoibamento una soluzione efficace; legati con il filo di ferro fra loro e posti sul bordo dell’abisso, i condannati, sottoposti a fucilazione collettiva, precipitavano così nella foiba.

E’ presumibile che dal 1943 ai mesi successivi la fine della guerra abbia provocato  250.000 morti (100.000 solo in Slovenia). Basti pensare che sono ad oggi ben 750 i siti accertati da una apposita Commissione governativa slovena.

Presumibilmente furono 10 -15.000 gli italiani infoibati. La foiba di Basovizza, l’unica foiba rimasta in territorio italiano oltre a quella di Monrupino, ha fornito circa 500 metri cubi di resti umani, Secondo un calcolo di 4 individui per metro cubo, si arriva solo qui al numero di almeno 2.000 assassinati. 

Circa 300.000 furono gli italiani che tristemente dovettero abbondonare Istria e Dalmazia per rifugiarsi in Italia o emigrare all’estero.

Biloslavo ha rilevato come gli eccidi e gli infoibamenti riguardarono per la gran parte persone inermi, che non avevano avuto alcuna parte nelle violenze degli anni precedenti.

Uomini, donne e anziani colpevoli solo di essere italiani.

L’obiettivo – come afferma Toni Capuozzo nella prefazione al libro “Verità infoibate” – era “ucciderne uno per farne scappare 100”. Un orrore che avviene in gran parte a guerra finita.

Non è mancato il ricordo del maggio ’45 – quando le avanguardie del IX Corpus di Tito occuparono Trieste con la dichiarata intenzione di portare i confini della Jugoslavia ben oltre l’Isonzo – e di controversi episodi (Porzus, ma non solo) dove una minoranza di italiani appoggiò l’ambizione di unire l’Istria, Trieste e Gorizia alla Jugoslavia.

Biloslavo – rammaricandosi dell’altissima onorificienza (Cavaliere di Gran Croce Ordine al Merito della Repubblica Italiana) che l’Italia ha conferito a Tito nel 1969 – si è poi soffermato sul Trattato di Osimo e sul fatto che i quasi 30 anni trascorsi per la ratifica del definitivo accordo non siano stati di utilità nel prevedere quantomeno un adeguato indennizzo economico agli esuli che avevano lasciato ogni loro avere per fuggire dalla Jugoslavia.

Dopo la splendida e coinvolgente relazione di Biloslavo, corredata da foto e video storici, molti gli interventi dei soci che alla fine hanno tributato al giornalista un caloroso ringraziamento per il suo lavoro di ricerca storica volto a rendere giustizia agli italiani che furono vittime innocenti di quel doloroso periodo.

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20220208 Biloslavo1Fausto Biloslavo è nato nel 1961, si diploma all’Istituto nautico di Trieste, successivamente consegue la laurea in Scienze politiche. Agli inizi degli anni 80 sceglie la strada del giornalismo. Il suo battesimo del fuoco è un reportage durante l’invasione israeliana del Libano nel 1982, dove è l’unico a fotografare Yasser Arafat in fuga da Beirut.

Un anno dopo, insieme ai colleghi Almerigo Grilz e Gian Micalessin, fonda l’Albatross Press Agency, agenzia di stampa che collaborò tra gli altri con Panorama e il TG1 realizzando servizi in aree del mondo interessate da eventi bellici.

Nel 1987 Biloslavo viene arrestato in Afghanistan dalle truppe governative filo-sovietiche. Rimane in carcere per 7 mesi, riuscendo a rientrare in Italia solo grazie all’intervento diretto del presidente della repubblica Francesco Cossiga.  Seguirà poi il genocidio in Ruanda e la guerra nei Balcani fino all’intervento della NATO in Kosovo. Nel 2001 è uno dei primi giornalisti a entrare a Kabul liberata dai talebani e nel 2003 segue al fianco delle truppe anglo-americane l’attacco all’Iraq fino alla caduta di Saddam Hussein. Nel 2011 è l’ultimo giornalista italiano a intervistare il colonnello Gheddafi prima della sua deposizione.

Fausto Biloslavo lavora per Il Giornale e collabora con varie testate come Panorama, TG5, Studio Aperto, Tgcom24, Sky TG24. Nella sua carriera ha collaborato inoltre con NBC, CBS, NDR, Time Life, L’Express, Rai, Canale 5, Italia 1, Rete 4, El Mundo e altri.

Tra i vari libri ha scritto nel 2021, in collaborazione con Matteo Carnieletto, “Verità infoibate”.