22 MAGGIO 2021
LIGNANO SABBIADORO: LA CITTA PIÙ CABLATA E TECNOLOGICA D’ITALIA
Nel corso della riunione in videoconferenza dell’11 maggio 2021 organizzata dal RC Lignano Sabbiadoro-Tagliamento il tema del cablaggio delle zone turistiche è stato affrontato dall’.ing. Andrea Magro, 39 anni, laureato in Ingegneria Informatica all’Università di Padova nel 2008, oggi Professore a contratto di Informatica e Telecomunicazioni e socio fondatore delle aziende Triveneto Servizi Srl e Lignano Banda Larga Srl, che è stato presentato dal socio Alberto Barbagallo.
“Sono affascinato dalle reti informatiche e dalla profondità del web sin dall’arrivo di Internet in Italia: nel 1994 ho a disposizione una connettività 7,2 kB/s tramite un provider privato (O.I.A. Lorenzon) che aveva anticipato di un anno l’offerta al pubblico dell’unico grande operatore disponibile su scala nazionale (Telecom Italia).
Nel 2008 la mia tesi di laurea consente al Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Padova di contestare al provider aggiudicatario della gara le inefficienze della rete della teledidattica in uso; dopo mesi di sviluppo software e ricerca di bachi interna viene scoperta la vera causa dei rallentamenti e delle interruzioni del servizio: anche la connettività con banda GARANTITA, se non viene certificato il suo percorso, non è affatto garantita.
Nel 2009 sono costretto a rinunciare ad un ambizioso (e per me remunerativo) progetto di copertura areale Wi-Fi nell’area di Monfalcone in quanto la zona non è servita da fonti di connettività decente e la risposta dell’operatore coinvolto è categorica: non vi è interesse di effettuare un cablaggio strutturato.
Nel 2011, a Noventa di Piave, mi viene chiesto di aiutare un’azienda che si occupa di Web Marketing Turistico rimasta senza copertura radio in quanto le hanno costruito un capannone di cemento armato davanti (oscurando la visuale di antenna). Mi volto di spalle e vedo l’autostrada A4…che confina con il parcheggio di questa azienda: invento (con opportune procedure, all’epoca definite “sovversive”) il modo di estrarre una fibra ottica dal percorso autostradale e risolvo il problema a tutta l’area industriale ad est del tracciato.
Nel 2016 vengo chiamato dalla nuova proprietà dell’Outlet di Palmanova per capire se esiste la possibilità di replicare l’esperienza e risolvere i problemi di bassa competitività tecnologica della struttura, resi “insormontabili” da particolari distanze rispetto ai cablaggi di pertinenza dei principali operatori: questi dichiarano “inesercibile” il cliente finale, in una modalità che avevo già visto nel progetto di alcuni anni prima a Monfalcone. Il modello applicato in precedenza, però, risulta essere più che mai attuale e nel giro di qualche mese – sperimentando ulteriori strategie – la struttura viene abilitata alle nuove tecnologie con una connettività in fibra ottica diretta.
Nello stesso anno nasce l’idea di proiettare su larga scala il principio di “piccola città cablata” realizzato all’Outlet e di creare, quindi, una “vera città cablata” laddove ve ne è la necessità a causa dei “modelli poco sovversivi e conservatori” operati dai grandi player delle telecomunicazioni: nasce “Lignano Banda Larga”, che trasforma il Comune di Lignano Sabbiadoro nella località balneare più tecnologica d’Italia, portando connettività in fibra ottica dal percorso e dalle prestazioni certificate. Per questo risultato ricevo un premio dalla SCENT – SChool of ENTrepreneurship dell’Università di Padova e nel 2020 il caso – definito virtuoso – assume visibilità nazionale con una pubblicazione sul Corriere delle Comunicazioni:
Nel 2021, su forte richiesta da parte del tessuto economico turistico, l’iniziativa ormai da me consolidata con Lignano Banda Larga viene allargata alla vicina località di Bibione con un importante riscontro mediatico sul Sole 24 Ore:
Il modello di cui sono promulgatore è in realtà un concetto semplice, logico e vicino alle esigenze reali del tessuto economico Italiano: fornire solo ciò che serve alle aziende esattamente nel modo in cui deve essere fornito ed in modo trasparente: questo principio è quanto di più distante oggi venga applicato dagli operatori classici di telecomunicazioni. Ed è per questo, probabilmente, che agli stessi grandi operatori questo approccio non piace: rispetto alle loro abitudini ed ai propri insindacabili dogmi lo hanno definito “sovversivo”.
Dopo i ringraziamenti del presidente Korossoglou, nel dibattito che ne è seguito sono state numerose le domande avanzate dai soci Cicuttin, Barazza, Baldassini, Barbagallo e Firmani. Tutte volte ad avere maggiori delucidazioni sui rischi derivanti alla salute dalla presenza di antenne collocate nelle aree servite dalla banda larga a supporto del 5G. Ne è emerso che è maggiore la rischiosità insita nell’uso troppo frequente e per periodi prolungati di un cellulare, tenuto a poca distanza dal cervello, rispetto ai rischi derivanti dalla presenza delle antenne.
Ing. Andrea Magro