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Interclub Rotary Lions Lignano: Security & Intelligence

L’incontro, presieduto congiuntamente da Alba Rosa Montanari per il Lions e Diego Mancardi per Rotary  è stato dedicato ad un tema tanto attuale quanto complesso che il relatore, il dott. Prof. Marcello Micoli, ha saputo ben sintetizzare partendo dalla percezione ne ha la società.

Qui di seguito i principali concetti esposti riuniti in un sintetico promemoria.

Per introdurre l’argomento della security, materia tanto delicata quanto specifica, è fondamentale, o meglio propedeutico, partire dal principio, ovvero dall’accezione del termine «sicurezza» in senso generale, al fine di dimostrare come la consapevolezza di vivere in sicurezza vada a beneficio di ogni attività umana, sia essa individuale che collettiva, incidendo in maniera capitale sulla stessa qualità della vita.
In generale, con l’espressione sicurezza (dal latino “sine cura” ossia “senza preoccupazione”) possiamo intendere la “conoscenza che l’evoluzione o lo sviluppo di un sistema non manifesti stati indesiderati” In altri termini, avere la consapevolezza che ciò che faremo o che potrà accadere non produrrà conseguenze negative per se e per gli altri.
Qualunque settore della vita quotidiana richiede attenzioni particolari essendo direttamente coinvolto dalla sicurezza: dall’informatica alle telecomunicazioni, dalla sicurezza ambientale a quella alimentare, dalla sicurezza sul lavoro a quella nel campo del trasporti, negli hobby, nello sport e così via.
Menzione a parte merita la sicurezza nazionale – e internazionale – che oltre a preporsi alla difesa del cittadino dalle catastrofi naturali (terremoti, maremoti, uragani, ecc.), si occupa altresì di tutte quelle attività finalizzate ad assicurare alla comunità sociale di poter esercitare le libertà individuali costituzionalmente garantite ponendola in condizione di sicurezza da atti ostili di stampo terroristico o derivanti dall’azione della criminalità comune o da fenomeni di criminalità organizzata di stampo mafioso (vedasi, ad esempio, la disciplina dell’attività di intelligence per la difesa preventiva della sicurezza interna ed esterna della Repubblica).
…Per parlare di security non possiamo sottovalutare questa premessa dalla matrice storica in quanto risulterà fondamentale per comprendere come le scelte del passato hanno consentito il formarsi e lo sviluppo di culture non solo economicamente improduttive e devastanti (ed il riferimento ai tempi attuali non vuole certamente essere casuale) ma spesso ideologicamente contrapposte e talmente incancrenite nelle loro mentalità che ci appare, oggi, quanto mai improbabile ogni speranza di farne cessare i conflitti (pensiamo, ad esempio, ad una possibile conseguenza come l’odio esasperato di talune culture arabe nei confronti della cultura occidentale)…

Al fine di farci un’idea di come “ragiona” il nostro cervello in termini di sicurezza, citiamo (a titolo puramente informativo) cinque patologie individuate da Bruce Schneier, saggista statunitense esperto in crittografia e sicurezza informatica ed uno dei massimi studiosi di psicologia del rischio e della sicurezza:
– la gente ha la tendenza a sovrastimare rischi spettacolari ma rari e sottovalutare i rischi comuni
– la gente si trova in difficoltà nello stimare i rischi se essi non rientrano nella loro realtà quotidiana
– i rischi personali sono percepiti come maggiormente pericolosi del rischi che non ci riguardano
– la gente sottostima i rischi che essa stessa può assumere e sovrastima I rischi relativi a situazioni che non può controllare direttamente
– la gente sovrastima i rischi di cui si parla spesso e che rimangono a lungo all’attenzione del pubblico

Oggi, invero, il mondo è molto complicato rispetto a ieri. Le persone non sono computer, non valutano i trade-off di sicurezza in modo matematico esaminando le probabilità rispetto ai differenti eventi. Al contrario, sono dotate di stereotipi, pregiudizi, riflettono paure personali e collettive, antiche e nuove, stili e persistenze culturali, distorsioni e limiti nel pensiero, nel ragionamento e nella elaborazione delle informazioni, che influenzano il modo in cui si interpretano i rischi o si valutano le probabilità degli eventi futuri.
A volte disponiamo di tutte le informazioni necessarie e nonostante ciò continuiamo a fare cattivi trade-off di sicurezza Tecnologia e media, in particolare, rappresentano due aspetti di una società moderna che rendono certamente difficile effettuare buoni trade-off di sicurezza: la tecnologia nascondendo i dettagli della complessità cosi che ci mancano le dovute informazioni sui rischi, i media producendo spesso input sensoriali che potremo definire troppo «disponibili» e autorevoli. Ecco perchè, prima di affrontare la materia della sicurezza, leggere sulla sua psicologia si rivela propedeutico per comprendere meglio come la percezione della sicurezza possa meglio adattarsi alla realtà della sicurezza.
Il male assoluto è tentare di spostare il focus sulla percezione a spese della realtà: persone senza scrupoli, aziende, governi possono sfruttare a proprio vantaggio i pregiudizi sui rischi e la sicurezza, inducendo la gente a sentirsi più sicura piuttosto che renderla più sicura.

…. la seconda parte a ottobre…

Numerosi i quesiti posti e con risposte puntuali dell’applaudito relatore con l’appuntamento per completare il tema al prossimo mese di ottobre.

Nella prima immagine Diego Mancardi, Prof Marcello Miceli, Alba Rosa Montanari, Flavio Caramia