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NAPOLEONE IN FRIULI: VOLETE LA GUERRA EBBENE L’AVRETE

07 APRILE 2021

Questo il tema della relazione tenuta il 23 marzo 2021 dal dottor Paolo Foramitti nel corso di una videoconferenza organizzata dal Rotary Club Lignano Sabbiadoro-Tagliamento. Il relatore viene presentato dal socio avv. Barazza. Laureato in Scienze Politiche, fin da giovane si è dedicato agli approfondimenti e alla ricerca storica. Ricercatore presso il Dipartimento di Scienze Filosofiche e Storico sociali dell’ Università di Udine, è stato consulente dei comitati tecnico-scientifici di numerose mostre, curando in prima persona quella relativa alle fortificazioni napoleoniche in Friuli. Responsabile della Delegazione Nord Italia dell’Associazione di studi storici francese Le Souvenir Napoléonien, Société Française d’Histoire Napoléonienne, dal 2001. Socio corrispondente della Deputazione Friulana di Storia Patria. Socio corrispondente della Accademia Udinese di Scienze, Lettere ed Arti. Iscritto all’Albo dei Giornalisti, elenco Pubblicisti. 

E’ autore di numerose pubblicazioni fra le quali: 

1) Il Friuli di Napoleone – Atlante dei territori tra il Tagliamento e l’Isonzo, Edizioni della Laguna, Mariano del Friuli, 1994.   2) Volete la guerra ebbene l’avrete, 1797, Bonaparte in Veneto e Friuli, Biblioteca dell’Immagine, Pordenone, 1997,   3) L’assalto, Malborghetto 1809 tra gli Asburgo e Napoleone, Edizioni del Confine, Udine, 1999. 4) Bonaparte e la Serenissima, maggio 1797, II manifesto di Palmanova, Edizioni del Confine, Udine, 2003.

Il relatore esordisce precisando che il tema scelto verterà sulla presenza fisica di Napoleone in Friuli Venezia Giulia.

Tutti conoscono Napoleone Bonaparte, nell’iconografia classica, sul suo cavallo bianco e il tipico cappello  in testa. Arriva  in Italia nel  1796 come giovane generale, ha solo 25 anni. Il governo francese, per ringraziare il generale che aveva  soffocato una rivolta controrivoluzionaria a Parigi, lo mette a capo di questa armata d’Italia riuscendo come prima cosa a motivare i soldati francesi. Comincia così la sua campagna nel marzo del 1796, sconfiggendo l’esercito piemontese e la retroguardia austriaca culminata poi a maggio nella famosa  battaglia di Lodi.  

Vinta questa battaglia, Napoleone entrerà a Milano schierando le sue truppe nella pianura padana. Otterrà una serie di vittorie nonostante l’invio da parte di Vienna di cinque eserciti che verranno sconfitti. Invade il Veneto, occupa diverse città come Padova e sconfigge nuovamente l’esercito asburgico a nord di Verona nel gennaio 1797. Seguirà un periodo di tregua nel quale i francesi si consolidarono nel Veneto. La Repubblica di Venezia è rimasta sempre neutrale e assiste passivamente alla conquista di Napoleone. Le sue intenzioni, avallate dal governo francese, erano di portare la guerra oltre le Alpi, in territorio asburgico, puntando verso Vienna. 

Convinse il governo francese che questo era il fronte più importante per la Francia e ottenne così altre forze e maggiori aiuti. Tutto il Veneto era occupato dai francesi tranne la città di Venezia. Avevano mantenuto in tutte le città venete le autorità funzionali, civili, istituzionali e militari di Venezia pur avendole conquistate militarmente. Formalmente c’era il governo di Venezia pur con la presenza militare francese. 

La nuova campagna militare inizia il 10 marzo con obiettivo Vienna. I francesi passano per Bassano, Asolo, passano il Piave trovando poca resistenza. L’esercito Austroungarico al comando dell’Arciduca Carlo, non ancora organizzato, cerca di posizionarsi in Friuli. Napoleone anticipa le  mosse austriache attaccando per primo. La prima battaglia avviene lungo il fiume Tagliamento con l’esercito austriaco schierato sulla riva sinistra del fiume nei pressi di Codroipo; gli austriaci si ritirano prima di venir sconfitti definitivamente.

I francesi continuano l’avanzata su due fronti , Udine verrà occupata da pochi soldati francesi e Napoleone non entra in città. Sarà il 18 marzo a Palmanova,  il 19 a Gradisca conquistata, il 20 Napoleone dorme a Gradisca e il giorno dopo entrerà a Gorizia. Nel frattempo il suo esercito conquista anche Trieste. Pochi giorni per organizzarsi e riprende la sua marcia verso Tarvisio e Villach sconfiggendo ancora le truppe austriache che cercavano di impedire l’avanzata. Con l’avanzare in territorio austriaco ottiene i preliminari di quello che sarà il trattato di pace di Leoben il 18 aprile del 1797.

Perché  si interrompe questa campagna vittoriosa di Napoleone a 100 Km da Vienna nonostante non ci fosse un esercito austriaco in grado di fermare l’armata francese? 

Principalmente per la volontà degli austriaci di evitare l’occupazione francese della capitale Vienna, e anche perchè Napoleone era preoccupato perché la durata dell’avanzata era stata molto lunga, le sue linee di rifornimento erano ormai troppo estese e temeva  che dal Tirolo scendessero truppe austriache che avrebbero spezzato la sua linea di rifornimento, oltre al timore che i Veneziani si sarebbero ribellati  come stava accadendo in territorio veneto. Temeva praticamente di trovarsi isolato in territorio austriaco, quindi preferisce firmare questo armistizio che prevedeva che i francesi si ritirassero da quelli che erano stati i territori della Repubblica di Venezia e che questi sarebbero nuovamente stati occupati dagli austriaci (Trieste e Gorizia).

Napoleone, prima di ritirarsi dai territori veneti punisce, con le sue truppe ora concentrate in Veneto e nel Friuli occidentale, Venezia, dichiarando guerra. Il 12 maggio 1797 il governo veneziano si scioglie e il 14 maggio le truppe francesi entrano a Venezia occupandola dopo secoli di supremazia incontrastata della Repubblica Veneta.

Il trattato di Leoben prevedeva che la pace doveva essere stabilita da future conferenze tra le parti da tenersi nella città di Udine. Napoleone quindi ritorna a Milano dove aspetterà che le parti concordino l’armistizio. Parteciperà alle trattative trasferendosi a Villa Manin di Passariano dove stabilirà una sua piccola corte e dove era sicuro di vivere tranquillamente. Gli Austriaci erano di sede a Udine e gli incontri avvenivano alternando le visite nelle rispettive sedi di Udine e Passariano. Le trattative durarono quasi due mesi. Napoleone riceverà a Villa Manin tutte le rappresentanze delle città venete occupate, molti personaggi politici, anche Francesi che venivano inviati dal Governo Francese per controllare che la sua attività fosse conforme a quelle che erano le linee guida di Parigi. Il 17 ottobre verrà concluso il trattato di pace di Campoformido. In nessun altro luogo, che non fosse Parigi, Napoleone si fermerà per un periodo così lungo. 

Lascia Udine, dopo aver visitato Gemona e Osoppo, recandosi a Treviso per proseguire verso Milano. Rientra in Patria ma attende alcuni giorni alla periferia di Parigi perché voleva sapere come avrebbe reagito la popolazione al suo rientro. Questo perché non aveva ottemperato agli ordini del governo francese che intendeva  proseguire la guerra agli austriaci e perché  non aveva accettato la cessione della città di Venezia. 

Napoleone, però, di fronte all’opinione pubblica francese, voleva essere il generale che non solo aveva vinto molte battaglie ma anche il generale che aveva procurato la pace, perciò forzò la mano per giungere al trattato disobbedendo agli ordini del Governo. Poteva per questo essere anche incarcerato, ma la popolazione parigina era così entusiasta dei risultati ottenuti da Napoleone, soprattutto per la pace ottenuta, e il governo non poté inimicarsi il popolo. Quando Napoleone fu sicuro di questo entrò a Parigi come un eroe e da lì cominciò la sua brillante carriera. 

Fu nominato comandante dell’armata d’Egitto, cercando nuovamente di mandarlo in una missione “pericolosa” con la speranza che perdesse la sua influenza e carisma sulla popolazione. Ma di lì Napoleone ottiene maggiore fama per le sue imprese e cominciò ad avere un’influenza anche politica sul governo. Diventerà Imperatore nel 1804 e nel 1805 re d’Italia e aggregherà i territori che erano della Repubblica di Venezia,  ceduti agli Asburgo, ai possedimenti francesi. Alla fine del 1807 farà visita a questi possedimenti e per la prima volta sosterà per dieci giorni nella città di Venezia dopodiché farà un veloce giro per il Friuli per rivedere questi territori di frontiera tra cui le fortezze di Palmanova e Osoppo .

Avvicinandosi alla conclusione il relatore precisa che i periodi di permanenza di Napoleone in Friuli sono stati due; il primo nella fase della guerra tra marzo e maggio del 1797 seguito dalla fase delle trattative di pace fino ad ottobre, in veste di Generale della Repubblica francese e ci ritornerà come Imperatore dei francesi “Napoleone I°” e re d’Italia  nel 1807 per pochi giorni, tornando dalla campagna di Prussia e di Polonia.

Numerose le domande rivolte al dottor Foramitti che, rispetto alle molte iniziative  messe in cantiere per ricordare gli eventi e la presenza di Napoleone in Friuli alcune, nonostante le restrizioni e le norme emanate per fronteggiare la pandemia Covid19,  vedranno la luce come, ad esempio, la posa di un obelisco di pietra a Villesse per il passaggio dell’Isonzo da parte di Napoleone; la realizzazione di una mostra e di una conferenza storica a Villa Manin  da parte delle amministrazioni comunali di Udine e Campoformido; l’organizzazione di una rievocazione storica degli eventi a Palmanova e, non da ultimo, l’organizzazione di grandi mostre a Parigi.