18 GIUGNO 2022
IMPORTANZA DELLA PREVENZIONE E PROTEZIONE DAI DANNI SOLARI
Di notevole interesse la riunione di caminetto organizzata dal Rotary Club Lignano Sabbiadoro Tagliamento il 24 maggio 2022 presso il Golf Club di Lignano.
La dott.ssa Mariateresa Scaini, dermatologa e venereologa presso l’Ospedale Regionale Santa Maria dei Battuti di Ca’ Foncello di Treviso, ha intrattenuto gli ospiti, presenti anche in videoconferenza, affrontando il tema “La pelle non va in vacanza: prevenzione e protezione dai danni solari”.
L’eccessiva esposizione ai raggi ultravioletti favorisce la formazione di lesioni precancerose, come le cheratosi attiniche, che possono evolvere in neoplasie e neoplasie della cute sia di tipo non melanoma skin cancer, basaliomi e carcinomi spinocellulari, sia il melanoma, oltre ad un precoce invecchiamento chiamato photoaging.
Beneficiare di tutti i vantaggi derivanti dal sole evitando ne i rischi è possibile. Lo si può fare scegliendo con buon senso i tempi e i modi dell’esposizione e proteggendosi in maniera adeguata, tenendo conto del fototipo di ognuno. Le persone con fototipo chiaro dovranno necessariamente proteggersi utilizzando creme solari con fattore di protezione 50+ evitando di esporsi durante le ore centrali della giornata tra le 11.00 e le 15.00 perchè vi è un maggiore irraggiamento del sole e il grado di intensità delle radiazioni ultraviolette è massimo per gli UVB. Proteggere i bambini dalle scottature ed evitare l’esposizione solare diretta dei neonati fino a 1 anno poichè le scottature solari in età pediatrica aumentano il rischio di sviluppare melanoma in età adulta, ai bambini, andrebbe applicata una crema solare con una protezione molto alta (50+) e a base di filtri fisici (esempio: ossido di zinco).
Le creme foto protettive vanno applicate in dosi adeguate e per più volte durante l’esposizione poichè l’efficacia dipende dalla quantità di crema che si applica sulla cute e dal numero di applicazioni. E’ importante riapplicarli ogni 2-3 ore per evitare che perda l’azione protettiva soprattutto in caso di sport all’aperto o dopo avere fatto un bagno in mare o in piscina.
L’utilizzo delle lampade artificiali abbronzanti andrebbe bandito poichè dal 2009 l’Organizzazione Mondiale della Sanità considera, oltre che il fumo, anche le radiazioni ultraviolette artificiali come carcinogeni completi in quanto sono coinvolte nella formazione dei tumori maligni della pelle. Le radiazioni UV artificiali hanno un effetto additivo alle radiazioni solari: infatti 20 minuti di esposizione artificiale corrispondono ad una giornata di sole in pieno agosto. L’uso di lettini solari aumenta in maniera significativa il rischio di melanoma e dei carcinomi. Tale rischio aumenta con l’aumentare del numero di sedute e se l’uso comincia in età giovanile, sotto i 35 anni. L’utilizzo è fortemente sconsigliato anche se non vietato a tutti gli adulti perché altrettanto dannoso per la salute come il fumo.
Basaliomi e carcinomi spinocellulari sono le più frequenti neoplasie della pelle, hanno una crescita molto lenta e localizzata, a meno di fattori legati ad una immunosoppressione cronica, per cui è molto difficile che possano mettere in pericolo la vita prima di essere individuati e asportati chirurgicamente, tuttavia il loro trattamento comporta un intervento chirurgico, anche in sedi esteticamente delicate come il volto. Il mela no ma invece è una neoplasia appartenente al gruppo dei sarcomi, biologicamente molto aggressiva se non viene individuata negli stadi precoci.
La raccomandazione è quella di una visita specialistica dermatologica di prevenzione annuale in caso di segni sospetti, soprattutto se si rientra nei principali fattori di rischio: scottature solari pregresse, uso sconsiderato di lampade abbronzanti, alto numero di nevi, anamnesi familiare positiva per melanoma e se si identificano cambiamenti nei nevi (asimmetria, bordi irregolari, colori multipli, dimensioni maggiore di 6 mm, evoluzione) o se compaiono nuovi nei dopo i 40 anni.
La visita dermatologica di prevenzione consiste in una valutazione di tutta la pelle, effettuata con l’ausilio del dermatoscopio, in caso di riscontro di nevi con atipie cliniche si utilizza il videomicroscopio per valutare l’evoluzione nel tempo, di norma dopo tre o sei mesi. In caso di riscontro di nevi clinicamente già sospetti si provvede con l’asportazione
chirurgica ed esame istologico.
La relazione della dott.ssa Scaini è stata accolta con notevole interesse dai presenti che hanno a loro volta formulato diverse domande, cui la relatrice ha risposto approfondendone i punti di maggiore interesse in linea con la stagione balneare appena iniziata.