11 AGOSTO 2020
UN INTERCLUB PER CONOSCERE DIRETTAMENTE QUALE FIAMMA ACCENDA E FACCIA ARDERE UNA CARRIERA ARTISTICA
L’incontro che si è tenuto a Lignano Sabbiadoro nella cornice unica di Terrazza a Mare, lo scorso 28 luglio, è stata l’occasione per conoscere quale “fiamma” accende e fa ardere una carriera artistica nel mondo dell’Opera lirica. L’ospite d’onore è stato il tenore Beniamino Prior.
L’incontro voluto dal neoeletto Presidente dottor Giorgio Korossoglou per i soci anche dei Club di Aquileia-Cervignano-Palmanova, del RC di Maniago Spilimbergo e Rc Caorle, parte dalla storia di un’amicizia con i coniugi Simeoni, il dottor Antonio e la gentile dottoressa Rosi con Alberto Della Siega, mio marito, appassionato d’opera, e legato in sodalizio ultratrentennale con il cantante Prior che ripassava le arie con il pianista e compositore udinese, Ottavio Paroni, di cui ne era nipote prediletto.
Per riassumere la lunga ed intensa carriera artistica dell’ospite, che si è tenuta nei principali teatri del mondo con i massimi interpreti si è scelto il racconto dialogato. Ne è emersa la voce del tenore Prior, melodiosa, lirica, romantica, passionale, fonte di bellezza, di emozioni, un tesoro che è stato possibile apprezzare attraverso le registrazioni, ma anche con qualche breve accenno assai applaudito. La vibrazione delle sue corde vocali, un insieme di scienza e di arte, era evidente fin da quando fanciullo Beniamino cantava con i suoi familiari alla Messa, in un piccolo paese del pordenonese, Tiezzo, in Comune di Azzano Decimo, il papà basso, la mamma soprano come le sorelle. Prior conosce però la vita dura e difficile della campagna e della fabbrica lavorando in catena di montaggio alla Zanussi. È il primo che porta a casa qualche Lira per mantenere la numerosa famiglia.
Alcuni musicisti tuttavia convincono il padre a fargli tentare l’ammissione alla scuola di canto del Conservatorio di Musica di Venezia. Lo accompagnerà con la moto Gilera in un viaggio avventuroso.
La commissione esaminatrice, presieduta dal baritono Paolo Mirco Bononi, che diventerà suo maestro per la vita, è favorevole e il padre, uomo di poche parole, autorevole, schivo, abbassando il capo di fronte al giudizio, acconsente. Segue una stretta di mano tra gentiluomini d’altri tempi.
A soli ventisei anni (1967) Prior debutterà il Requiem di Mozart al Teatro alla Fenice sotto la guida del maestro Carlo Maria Giulini e in Lucia di Lammermoor al Teatro alla Scala, nell’olimpo dell’opera lirica, diretto da Claudio Abbado.
Una carriera proiettata verso alti successi. Si è ascoltata così la videoregistrazione dell’aria dal Macbeth “Ah la paterna mano” interpretata a soli 30 anni, dal protagonista vincitore del “Concorso Voci Verdiane” indetto alla Rai di Milano nel 1971. In quell’occasione, che gli avrebbe aperto le porte dei teatri del mondo, tra 2600 spettatori, c’è il padre che al termine lo avvicina e gli dice: “bravo Mino”, abbracciandolo. È il momento che lo fa commuovere di più, ripensando ai sacrifici che tutti i familiari hanno fatto per lui e all’aiuto di persone speciali che hanno creduto nelle sue qualità e tra queste anche lo stesso Ingegner Lino Zanussi.
Si è passati quindi alla proiezione dell’aria celebre del repertorio lirico “La donna è mobile” dal Rigoletto di Giuseppe Verdi, in un crescendo di emozioni, verso l’amore drammatico espresso ne “La Bohème” di Giacomo Puccini con l’aria “Che gelida manina” registrata a Marsiglia. Una carriera artistica, quella di Prior, sviluppata negli anni d’oro dell’Opera quando c’erano le grandi voci come ad esempio quella di Mario Del Monaco, di Gianni Raimondi, di Di Stefano, di Pavarotti e di Domingo. Prior ha cantato in tutti i teatri del mondo con registi quali Luca Ronconi, Pier Luigi Pizzi, Margherita Wallmann e Mauro Bolognini e artiste del calibro di Renata Scotto, Anna Moffo, Maria Chiara, Ghena Dimitrova. Mirella Freni, Cristina Deutekom e Marilyn Horne.
La pronuncia perfetta e la qualità dell’interpretazione artistica del tenore nel duetto tratto da Madama Butterfly, “Bimba dagli occhi pieni di malia”, seguita in conclusione con particolare trasporto, è stato il momento in cui si mette in orbita l’anima dell’artista che riesce a cogliere le emozioni che il pubblico sta vivendo e di riflesso porta il proprio bagaglio di esperienza in una fusione tra palcoscenico e platea. Questo concetto è stato spiegato da Prior con la sintesi: “non canto le note, ma canto il significato delle note, la parte più vera, la vita portata in scena”. Un incontro condotto dall’armonia della musica nell’intensità dei significati profondi portati dall’interprete che la sensibilità del Presidente Korossoglou ha permesso fosse condivisa dai soci e dagli amici presenti, con grande successo.