05 GIUGNO 2022
CHIESA E MASSONERIA : PROSPETTIVE PER IL FUTURO DELL’OCCIDENTE
Martedì 10 maggio il Club ha ospitato l’intervento dell’avv. Nino Orlandi sul tema “Chiesa e Massoneria: prospettive per il futuro dell’Occidente”.
Presupposto della serata il vacillare sociale, culturale, economico, istituzionale e naturalmente politico dell’Occidente. E di quali potrebbero essere le vie d’uscita o, meglio, del riscatto e di un nuovo rinascimento.
Sulla possibilità che in futuro Chiesa e Massoneria possano essere non più nemiche, ma alleate l’avv. Orlandi ha spaziato in una dotta relazione su riferimenti ed elementi che potrebbero essere considerati, se non proprio simili, quantomeno non contrapposti.
La Massoneria è una società iniziatica, di mestiere, tradizionale e regolare.
La Chiesa Cattolica è una comunione religiosa, con dei sacramenti considerati di iniziazione (il battesimo, la cresima e la comunione) che oltre alle Scritture ha come fonte di verità la Tradizione ed i cui vescovi, per essere regolari, devono essere elevati al loro ruolo da tre vescovi, e così via, fino agli apostoli.
Massoneria e Chiesa Cattolica sono le due ultime società tradizionali e regolari sopravvissute nell’Occidente. Tradizionali sta a significare che, nel corso dei secoli e dei millenni, i principi sono stati trasmessi dagli iniziati, in una catena ininterrotta. Regolari, poi, sta a significare ciò che per la Chiesa Cattolica e la Chiesa Ortodossa è la discendenza apostolica, cioè la regolarità di ogni passaggio, dagli apostoli fino ai sacerdoti del terzo millennio, attraverso i vescovi da loro istituiti.
Per la Massoneria da Maestro a Maestro.
Anche i simboli, i segni che troviamo nelle Chiese cristiane e nei Templi massonici, hanno notevoli coincidenze: il soffitto dipinto come un cielo stellato (specie nelle chiese romaniche), a rappresentare la necessità di porre in armonia la terra con il cielo; il pavimento a scacchi bianchi e neri; il triangolo con al centro l’occhio di Dio.
La Massoneria, come l’Ebraismo, come il Cristianesimo, come le numerose vie spirituali dell’Oriente, hanno (a differenza delle teorie politiche e culturali marxista, nazista, o positivista) una comune convinzione. E cioé che non è vero che, per perseguire il bene e la felicità degli uomini, sia sufficiente cambiare le strutture sociali, le quali sarebbero, per la loro insufficienza o per la loro ingiustizia, all’origine delle miserie e dell’infelicità degli uomini.
Al contrario, tutti coloro che si richiamano a dottrine tradizionali hanno la comune convinzione che sia invece necessario cambiare il cuore e la mente degli uomini per cambiare, migliorandolo, questo piccolo mondo sperduto ai margini della Galassia.
Che cos’è, se non la Tradizione, a far sì che parole come libertà, uguaglianza e fratellanza esprimano le radici giudaiche, cristiane e liberali dell’Europa e di ciò che, come gli Stati Uniti d’America, ne è derivato, in una sintesi suprema di amore verso l’altro e di tolleranza che non è sopportazione, ma rispetto della altrui dignità?
Ma allora, il futuro?
All’inizio del terzo millennio, in questi tempi di rinascente fanatismo e di complessa violenza, occorre ridare speranza di pace, libertà e progresso non solo al mondo, ma ad ogni singolo uomo. Come sarà possibile, ci chiediamo, senza una visione spirituale ed etica, che sia suscettibile di essere accettata universalmente?
Non potrà riuscirci, se non saprà ritrovare prima le sue radici profonde e, di qui, la coscienza di sé e la capacità di difendere i valori della libertà, della democrazia e dell’umanità anche con il sacrificio e l’impegno di tutti.
Ritrovare le radici della cultura europea per poter difendere i nostri valori comuni è il compito anche della moderna Libera Muratoria, assieme a tutti coloro che credono nella dignità e nella dimensione spirituale di ciascun essere umano.
Nino Orlandi ha conseguito la maturità classica al liceo classico Jacopo Stellini di Udine. Esercita la professione di avvocato dal 1975. Dal 1974 al 1978 è stato membro del Comitato Centrale di Controllo sugli Enti Locali della Regione Friuli-Venezia Giulia. Dal 1978 al 1983 è stato sindaco del Comune di Latisana. Ha ricoperto vari altri incarichi politici ed amministrativi, tra cui la vice-presidenza dell’USL della Bassa Friulana. Ha fondato ed è stato il primo presidente della BCC di Pertegada.
Collabora alla rivista “Il Foro Friulano”, curandone una rubrica, poi diventata un libro. Ha pubblicato nel 2005 per Marsilio Editori “Storie di un paese inutile, raccontate a memoria”, libro in cui Latisana, il suo paese, è il pretesto per raccontare la sofferenza di una generazione a cavallo di due epoche. Nel 2010, per lo stesso editore, ha pubblicato “Come eravamo”, una storia del Friuli attraverso le vite di alcuni avvocati.