Vai al contenuto

TUTTI I COLORI DI UNA CELLULA – GRANDI SFIDE AL MICROSCOPIO

12 GIUGNO 2021

IMPORTANZA DELLA RICERCA SCIENTIFICA IN AMBITO SENOLOGICO

In un mondo sempre più tecnologicamente futuristico, dove la ricerca sembra poterci portare davvero dovunque, abbiamo voluto ascoltare il punto di vista di un ricercatore per capire in realtà dove siamo arrivati e dove il cammino sembra condurci. In particolare, nella riunione di caminetto del 18 maggio 2021, sotto la presidenza di Georgios Korossoglou, organizzata dal Rotaract Lignano, abbiamo avuto il piacere di conoscere la dottoressa Serena Bertozzi che, oltre al suo lavoro come chirurgo presso la Chirurgia Senologica dell’Ospedale di Udine diretta dalla dottoressa Carla Cedolini, presiede un’associazione no profit dedicata proprio alla ricerca scientifica. Il compito di presentare la relatrice è toccato alla presidente del Rotaract, dott.ssa Michelle Regattin, laureata in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Udine con tesi in Chirurgia Senologica e attualmente medico specializzando presso l’Ospedale di Udine. Durante il periodo di preparazione della sua tesi di laurea, ricorda  Michelle, ha avuto modo di conoscere da vicino la realtà della Chirurgia Senologica e di comprendere come il lavoro del chirurgo senologo si sviluppi ben oltre l’attività della sala operatoria. Il rapporto che viene ad instaurarsi con i pazienti si basa su un approccio multidisciplinare, che implica la partecipazione di diverse figure sanitarie. 

La dottoressa Bertozzi ha iniziato a dedicarsi al tumore al seno già dal 2009 come specializzanda, poi dal 2014 come frequentatrice volontaria e borsista di ricerca. Ha conseguito la Specializzazione in Chirurgia presso l’Università degli Studi di Udine nel 2014, il Master in Senologia presso l’Università degli Studi dell’Insubria di Varese nel 2015, e il Dottorato in Alimenti e Salute Umana presso l’Università degli Studi di Udine nel 2019. Oltre al suo lungo percorso di studi sul suolo italiano, ha avuto modo di confrontarsi con diverse realtà estere, frequentando diverse cliniche ed istituti di ricerca in Germania e negli Stati Uniti. Si occupa attivamente di ricerca clinica sperimentale in ambito senologico dal 2009, anno da cui risulta editrice di numerosi articoli sull’argomento, pubblicati su riviste internazionali impattate, nonché autrice ed editrice di alcuni libri relativi alla cura del tumore al seno. Infine, insieme alla dottoressa Carla Cedolini e al dottor Ambrogio Londero, è fondatrice dell’associazione Ennergi Research.

La mission di Ennergi Research è la promozione ed il finanziamento della ricerca sperimentale in ambito oncologico soprattutto per quanto riguarda i tumori della sfera femminile. Il tumore al seno rappresenta l’interesse principale dell’associazione, specialmente a causa dei numeri che occupa nel panorama mondiale. Al di là dei 2,3 milioni di donne diagnosticate solo nel 2020, è importante sottolineare come quasi 8 milioni di pazienti nel mondo stiano al momento vivendo con tale diagnosi. Infatti, grazie ai progressi dello screening per la diagnosi precoce e agli avanzamenti nell’ambito terapeutico, la sopravvivenza nelle ultime decadi è significativamente migliorata, e con essa il numero di pazienti che vive appunto con tale diagnosi. Passi da gigante sono stati fatti dalla seconda metà degli anni ’90 anche nell’ambito della chirurgia, il cui impatto è stato significativamente ridotto con l’introduzione della quadrantectomia di Veronesi e con la biopsia del linfonodo sentinella. Inoltre, con lo sviluppo di anticorpi monoclonali, mirati contro specifiche proteine espresse esclusivamente dalle cellule tumorali, l’efficacia del trattamento è stata notevolmente migliorata riducendone gli effetti collaterali.

Nonostante questi dati apparentemente confortanti, Ennergi Research dedica il proprio tempo ed i propri sforzi a migliorare l’outcome di quelle pazienti che ancora oggi rischiano la vita 

per questa patologia così drammaticamente diffusa. Tra i loro progetti di ricerca, spicca sicuramente quello che stanno conducendo sulle cellule tumorali circolanti. Si tratta di cellule comunemente presenti nella circolazione sanguigna delle persone affette da un tumore. Possono essere isolate da un semplice prelievo, chiamato anche biopsia liquida, e successivamente testate per alcuni marcatori. I marcatori sono molecole presenti all’interno della cellula che possono essere colorati e quindi identificati al microscopio o con varie strumentazioni.

“Tutti i colori di una cellula” rappresenta quindi un po’ l’immagine che la dottoressa ha voluto mostrarci della ricerca, proprio perché i marcatori cellulari si concretizzano nella pratica clinica in un insieme di puntini colorati all’interno delle cellule che li contengono. Il più delle volte, però, per i laici può risultare molto difficile immaginare il lavoro che esiste dietro questi simpatici quadretti colorati. Da un lato, la tecnica che permette di isolare da un piccolo prelievo di sangue delle cellule, che ci raccontino le caratteristiche del tumore al seno di cui la paziente è affetta, può sembrare molto semplice. Dall’altro lato, però, i costi della tecnologia attualmente disponibile, insieme al grande numero di informazioni per le quali non esiste a tutt’oggi un’adeguata interpretazione, rendono tale metodica ancora inapplicabile alla pratica clinica.

Pertanto, se qualche decennio fa la biopsia liquida era solo un sogno, oggi si tratta di una realtà, che attende solamente di raggiungere la sua massima applicabilità clinica. Il fine è quello di ottenere una medicina sempre meno invasiva, che studi il microscopico per curare il macroscopico, e che permetta di ritagliare la terapia su misura per incrementarne l’efficacia e prevenirne gli effetti collaterali. Ed è proprio in quest’ottica che, studiando “tutti i colori delle cellule”, i ricercatori provano a semplificare la diagnosi ed il trattamento di malattie come il tumore al seno, che ancora oggi colpisce solo nella nostra realtà locale quasi 400 donne ogni anno e milioni di donne nel mondo.

S. Bertozzi